lunedì 26 maggio 2008

UN CANONE PER LEGALIZZARE IL P2P

Un innovativo disegno di legge prevede la possibilità di usare p2p per scaricare materiale protetto da diritto d’autore in libertà a fronte di un canone mensile.


Dopo esserci occupati del Ddl sull’editoria (che come preannunciato alla fine ha subito modifiche tali da renderlo innocuo per i blog italiani), un altro disegno di legge sembra poter suscitare clamore:Ddl s-1769 Norme in materia di sostegno all’attività cinematografica e di diritto d’autore” proposto dal Senatore Pecoraro Scanio. 
Gli obiettivi del decreto sono essenzialmente due: sostenere le imprese che operano nel settore cinematografico, discografico e nella produzione di software (le così dette Major) e modificare l’attuale disciplina prevista per chi condivide opere coperte da diritto d’autore senza scopo di lucro ma per uso personale (che prevede sanzioni penali fino a 4 anni di reclusione e amministrative fino a 15000 euro di sanzione economica).
L’idea è semplice: inserire una sorta di tassa pari all’8% sul prelievo dei canoni di connessione a banda larga (il vostro abbonamento Adsl per intenderci) a cui farebbe seguito un abbassamento dell’IVA sugli abbonamenti stessi del 10% . In pratica: lo Stato rinuncerebbe ad incassare una parte dell’IVA per sostenere l’attività delle imprese che operano nei settori sopra citati; i cittadini senza spendere nemmeno un centesimo in più rispetto a quel che pagano oggi, sarebbero liberi di scaricare dalla rete qualsiasi tipo di file senza incorrere in nessun tipo di sanzione; le Major incasserebbero i proventi ottenuti dal canone come una sorta di risarcimento per i danni subiti dal download di opere protette. Insomma si tratterebbe di una sorta di equo compenso che dovrebbe mettere tutti d’accordo. “Dovrebbe”. 
La realtà infatti è ben diversa. Sebbene chi usa p2p abitualmente possa essere d’accordo (e parliamo di circa 8 milioni di utenti secondo una stima del disegno di legge) gli scontenti non mancherebbero. Da una parte ci sarebbero i molti utenti che non scaricano file protetti lamenterebbero il fatto di dover pagare una tassa che nei loro confronti sarebbe ingiusta ; dall’altra le Major, contrarie, poiché, secondo quanto afferma Enzo Mazza, presidente della Federazione dell'Industria Musicale Italiana, sarebbe “irreale e sbagliata” e “non andrebbe assolutamente a vantaggio delle nuove produzioni musicali, perché non farebbe altro che cristallizzare posizioni dominanti nel mercato tradizionale”. Le entrate infatti verrebbero ripartite tra gli artisti di maggior successo e ciò non farebbe altro che continuare ad alimentare il loro business e loro produzioni, tarpando così le ali ai nuovi talenti.

Opinioni condivisibili ma anche facilmente contestabili.


Per quanto riguarda i rilievi mossi dalle Major due casi su tutti mi fanno pensare che siano del tutto pretestuosi: quello degli Arctic Monkeys, band sconosciuta e senza etichette discografiche alle spalle che si è pubblicizzata con la messa in internet e nei canali peer-to-peer (p2p) del loro primo disco; ed i Radiohead , uno dei gruppi più importanti del panorama mondiale, che recentemente hanno distribuito il loro ultimo disco, In Rainbows, su internet ad un prezzo libero a scelta dell’utente (anche 0 euro). Due situazioni completamente diverse da una parte una band esordiente, dall’altra un gruppo affermato), ma legate da un filo conduttore: il successo di un disco ottenuto attraverso la rete. Sì perché gli Arctic Monkeys con il loro primo disco batterono il record di vendite di un album nella prima settimana dall’uscita nei negozi, mentre i Radiohead, oltre ad aver ottenuto incassi ottimi con il download online, stanno riscuotendo un gran successo anche con la vendita del cofanetto in edizione speciale venduto per i collezionisti ad un prezzo maggiorato rispetto ai normali cd (40 sterline). Questo significa che un gruppo di qualità può vendere dischi, o addirittura può emergere, anche senza le martellanti campagne pubblicitarie organizzate dalle case di produzione. Questo significa che le band potrebbero fare a meno della pressante presenza delle Major. Questo significa che non si tratta di voler salvaguardare l’arte ma è solo una questione di interessi, interessi con cifre a sei o sette zeri.
Per quanto riguarda invece i rilievi posti dagli utenti che non scaricano materiale protetto da diritto d’autore, concettualmente, hanno sicuramente ragione: perché dovrei esser costretto a pagare una tassa per un servizio che non usufruisco? L’ingiustizia sarebbe palese e poi un “balzello” analogo gli italiani già lo pagano ogni volta che acquistano cd e dvd vergini (parliamo del contestatissimo decreto legislativo N°68 del 2003) . Costringere tutti a pagare quindi non sarebbe moralmente giusto (io stesso sono stato uno dei più ferventi critici della tassa sui cd). Si potrebbe risolvere il problema facilmente con una piccola modifica all’attuale disegno di legge, prevedendo la possibilità di versare volontariamente quell’8% alle Major, e decidere quindi di non voler avere problemi legali di nessun tipo per poter scaricare in libertà. Alla fine non so quanti rifiuterebbero di poter usufruire “a pieno” delle risorse della rete in cambio di pochi centesimi al mese…

Un disegno di legge del genere è senz’altro innovativo e rivoluzionario in un mondo dove le Major sono perennemente in guerra con gli utenti a suon di carte bollate e diffide, ed un’eventuale conversione in legge, non potrebbe che suscitare grandissimo clamore a livello mondiale poiché renderebbe il nostro paese la prima nazione occidentale riuscita a risolvere tale annosa questione sbilanciandosi a favore del p2p e scontentando le Major. Permettetemi dunque un velo di pessimismo : una legge di una tale importanza (soprattutto dal punto di vista economico, ma non solo, visto i risvolti penali previsti dalla disciplina attualmente in vigore) non può passare… così inosservata. Non so perché, ma immagino che se mai dovesse arrivare al vaglio delle camere, verrebbero esercitate enormi pressioni esterne affinché questo Ddl finisca nella spazzatura o venga ridimensionato e stravolto nel suo significato a colpi di emendamenti . Spero di sbagliarmi… vedremo come andrà a finire. Stay tuned!

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