domenica 25 maggio 2008

Riforma sull'editoria: è la fine per i blog italiani?


Un disegno di legge del governo sta facendo tremare tutti i blogger del belpaese


Se ne parla ormai da giorni. In rete, i siti delle principali testate giornalistiche italiane, i blog ed i forum di ogni genere sono sommersi da commenti di navigatori sconcertati ed impauriti dal disegno di legge (Ddl) sulla riforma dell’editoria che il consiglio dei ministri ha approvato il 12 ottobre scorso e che adesso attende di essere sottoposto al vaglio delle camere.

Un testo complesso e contraddittorio, che si dilunga per 20 pagine e 35 articoli senza però riuscire ad ottenere il risultato sperato, che, proprio secondo Riccardo Levi, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio nonché padre del Ddl, "è di promuovere la riforma del settore dell'editoria, a sostegno del quale lo Stato spende somme importanti", per "tutelare e promuovere il pluralismo dell'informazione" . Si perché, in sostanza, se venisse approvata, questa legge obbligherebbe chiunque possieda un Blog a sottoporsi ad un complesso processo burocratico per iscriversi al ROC (Registro degli Operatori di Comunicazione), un registro speciale custodito dall’Autorità per le Comunicazioni.

Ve la immaginate la vostra sorellina quattordicenne che per continuare a scrivere sul proprio blog passa ore in fila da un ufficio all’altro a compilare moduli, acquistare bolli ed “invecchiare” in attesa dei lunghi tempi della burocrazia italiana? In realtà poi tutto ciò non basterebbe nemmeno, perché per la registrazione di ogni sito sarebbe necessario anche un editore ed un giornalista iscritto all’albo che funga da direttore responsabile. Improponibile per qualsiasi normale utente, di conseguenza il 99,9% dei blog chiuderebbe all’istante! Ma non è finita, perché il Ddl aggiunge anche che la responsabilità penale ex art 57 e 57 bis (omesso controllo su contenuti diffamatori) fino ad ora imputabile soltanto alla normale stampa, verrebbe estesa anche ad internet. In pratica ci ritroveremmo con una legge che potrebbe suscitare anche l’invidia della Cina.


Personalmente però mi sento di credere alla parole del sottosegretario Levi ed alla sua buona fede riguardo le vere intenzioni del decreto. Il fatto è che questo disegno di legge in realtà è scritto male, o meglio, è troppo ambiguo, e quindi lascia spazio anche ad interpretazioni non volute dal solito legislatore “distratto”. Visto il gran risalto ottenuto dalla vicenda poi non credo che ci siano dubbi sul fatto che questa legge subirà molti emendamenti che (ci auguriamo) la stravolgano ed eliminino qualsiasi possibile punto ambiguo. Numerosi esponenti politici infatti non hanno tardato nell’esprimere giudizi di condanna nei confronti dell’attuale Ddl schierandosi apertamente dalla parte dei blogger. Tra i tanti commenti raccolti però fanno sorridere le dure prese di posizione dei ministri Di Pietro e Gentiloni: il leader dell’Italia dei Valori infatti ha dichiarato: “Per quanto mi riguarda, questa legge non passerà mai, a costo di mettere in discussione l'appoggio dell'Idv al governo", mentre per il ministro delle comunicazioni è: “Un errore da correggere" .

Ora, dato che, come ho già detto, questa legge è stata già approvata dal Consiglio dei ministri, verrebbe spontaneo chiedersi a cosa pensavano Gentiloni e Di Pietro quando hanno votato quel 12 ottobre…e di conseguenza quanta attenzione viene riservata alla lettura ed all’analisi dei disegni di legge in sede di discussione…


A parte tutto, comunque, questo disegno di legge verosimilmente subirà modifiche sostanziali e “l’allarme” rientrerà. Insomma, questa volta c’è andata bene, ma se non ci fosse stata un’attenta analisi del Ddl da parte dei maggiori organi di informazione che hanno fatto scoppiare il “caso”, cosa sarebbe successo? Possiamo fidarci della competenza di chi ci governa? Stay tuned…

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