lunedì 26 maggio 2008

Il WiMax, la tecnologia del futuro!


Anche in Italia sono state assegnate le licenze d’uso di quella che è considerata da tutti la tecnologia dei prossimi 20 anni. Vediamo cos’è e perchè potremmo amarlo!


l WiMax (acronimo di Worldwide Interoperability for Microwave Access) è una tecnologia che permette l’accesso a reti di telecomunicazione a banda larga e senza fili con gran facilità e mantenendo costi estremamente bassi. Supporta velocità di connessione fino a 70Mbit/s e non avendo bisogno di cavi (ma soltanto di ripetitori di onde radio ogni circa 50 km) permetterà finalmente una diffusione capillare della Rete anche in tutte quelle zone del nostro territorio che, attualmente, non sono raggiunte per diversi motivi (eccessivi costi per le aziende telefoniche, difficoltà di cablatura etc ecc) . Soltanto per dare qualche numero, si pensa che siano circa 10 milioni disseminati in più di 8000 comuni, gli italiani che non hanno a disposizione in famiglia o in azienda ,di un collegamento per navigare in rete ad alta velocità. Il WiMax dunque è in grado di abbattere queste frontiere, di superare il cosìdetto Digital Divide (divisione tra chi può e chi non può accedere alle tecnologie), nel campo della rete fissa, ma non solo. Essendo una tecnologia senza fili con un segnale in grado di viaggiare per decine di chilometri da un ripetitore all’altro, il WiMax infatti nutre grandi ambizioni anche nel campo della telefonia mobile. In Germania, ad esempio, un piccolo operatore è riuscito ad offrire a fronte di un modesto canone mensile, connessione alla rete senza limiti e chiamate infinite sui numeri di rete fissa. Se anche in Italia ci dovessimo trovare di fronte a situazioni del genere, con piccoli operatori che proporranno offerte così concorrenziali, i grandi operatori telefonici saranno seriamente costretti a rivedere i propri conti e a dover ritoccare sensibilmente verso il basso le loro tariffe.
Nel nostro paese il dibattito attorno al WiMax è stato particolarmente controverso poichè le frequenze utilizzate da questa tecnologia erano riservate solamente per utilizzi militari. Così per permetterne l’uso ai civili( e dunque ad aziende private), lo Stato è stato costretto prima ad individuare nuove frequenze da destinare ad usi militari, e solo successivamente ha potuto cedere al ministero delle comunicazioni le vecchie frequenze (3,4-3,6 ghz). Quest’ultimo poi ha indetto finalmente un’asta pubblica per la concessione d’uso delle stesse ai privati. L’Asta in questione si è chiusa poco tempo fa, e, contro ogni previsione, le licenze sono state assegnate in gran parte a piccoli operatori. Sono aziende come la E-via, la AFT e soprattutto AriaDSL (del finanziere israeliano Davide Gilo), che hanno investito molto in questo progetto (solo quest’ultima 47 milioni di euro) tanto che l’ammontare dell’incasso finale è stato di circa 130 milioni di euro (più che in Francia). Le licenze avranno una durata di 15 anni a partire dalla data di rilascio, saranno rinnovabili e non potranno essere cedute a terzi se non dietro preventiva autorizzazione del ministero delle Comunicazioni. L’unico timore, dunque, è che gli operatori, volendo rientrare il prima possibile delle ingenti somme investite, rischino di proporre prezzi poco competitivi, minando in partenza le speranze di successo di una tecnologia con un grandissimo potenziale. Ben presto vedremo come finirà, dato che le aziende vincitrici hanno l’obbligo di cominciare a sfruttare le licenze entro 30 mesi dall’assegnazione dell’asta. Il WiMax insomma, ormai è tra noi.

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