lunedì 26 maggio 2008

La Cina nell’anno delle olimpiadi : uno sguardo nel web tra informazione e censura


Tutti sappiamo quello che sta succedendo in questi giorni in Tibet. Siti internet, radio, giornali e televisoni di quasi tutto il mondo stanno dando ampio risalto agli avvenimenti vergognosi messi in atto dalla politica dittatoriale del governo cinese nella terra del Dalai Lama. E’ bene sottolineare quel “quasi” però. Si, perchè, esiste un paese dove tutto questo passa inosservato, o meglio, viene raccontato con un punto di vista completamente diverso...parliamo chiaramente Cina!!

 

La Cina, il paese dei “più” : il più grande, il più popoloso, ma anche quello con più utenti connessi in rete (più di 210 milioni) e con la censura più stringente sul web. Da quando Internet è sbarcato anche a Pechino, il governo nazionale è sempre stato attento nel monitorare il traffico di dati ed informazioni che potevano uscire, ma soprattutto entrare, all’interno del paese. Se è vero infatti che tutti i grandi siti cinesi come Badu e Soho(per altro cloni dei più famosi cugini d’oltreoceano statunitensi)sono nati sotto il controllo diretto del governo di Pechino, grandi polemiche invece hanno suscitato le politiche adottate dalle grandi aziende americane come Google,Microsoft e Yahoo, che per poter espandere il loro mercato anche all’interno della grande muraglia, hanno dovuto sottostare alle censure ed ai filtri imposti dalle autorità cinesi. Su google.cn già da tempo infatti, la ricerca di parole come “libertà per il tibet”, “fallimento della politica di Mao” e “diritti umani” non darà alcun risultato. Ultimamente poi anche youtube è stato filtrato a causa di alcuni video che testimoniano le violenze messe in atto dalla polizia cinese in Tibet. Ma oltre a censurare, come già accennato sopra, il governo cinese si diletta anche nella manipolazione delle informazioni. La questione tibetana, infatti, oltre a non poter esser seguita su alcun sito straniero, è stata radicalmente stravolta e distorta dai pochi siti cinesi in cui viene trattata, tanto da trasmettere esattamente un messaggio contrario alla realtà dei fatti. Vengono attaccati i media stranieri, rei di aver montato un caso eccessivo e di far falsa informazione tesa a screditare di proposito la Cina. Inoltre sono messe in risalto delle presunte violenze subite da cittadini cinesi in Tibet. Versioni dei fatti che sembrano incredibili e assurde per un occidentale, ma che risultano più che credibili in patria, tanto che su un noto portale cinese(www.sina.com) sono più di 2 milioni i firmatari di una petizione che si scaglia contro “la rappresentazione distorta della realtà” che i media esteri hanno dato del caso Tibetano, e che sostiene l’iniziativa del governo cinese con grande spirito nazionalistico.

 

A pochi mesi dall’inizio delle prime olimpiadi con gli occhi a mandorla dunque, nonostante i 210 milioni di cybernauti, la forte censura che ha già oscurato migliaia di siti e circa una quarantina di navigatori finiti in prigione per aver espresso opinioni contrarie a quelle del regime, per la prima volta l’opinione pubblica di tutto il mondo sta per focalizzare la sua attenzione seriamente sul “fenomeno Cina”, un grosso calderone pieno di contraddizioni e problemi, un paese ricco di tradizioni ed imposizioni che si scontrano con il progresso e la modernità.

Di certo le pressioni occidentali non faranno cadere la dittatura nè diminuire la censura, sebbene le richieste del comitato olimpico fossero orientate soprattutto verso quest’ultima più realistica richiesta. All’inizio poi la tendenza del governo cinese peraltro, sembrava anche assecondare questo indirizzo. Poi è scoppiato il caso tibetano con i suoi annessi problemi e tutto è tornato come prima. Staremo a vedere nei prossimi mesi cosa accadrà...stay tuned

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