lunedì 26 maggio 2008

La trasparenza fiscale made in italy



IL FATTO

30 aprile 2008: L’Agenzia delle Entrate pubblica sul proprio sito i redditi di tutti gli italiani relativi all’anno 2005. Sembra quasi uno scherzo: con pochi ”clic” infatti si può consultare il reddito del proprio avvocato, del vip di turno o anche dell’odiato vicino di casa. Tuttavia non si tratta di una burla, e così scatta immediatamente il passaparola tra gli internauti italiani che nel giro di pochi minuti sommergono di visite il sito www.agenziaentrate.gov.it, tanto da renderlo praticamente inaccessibile (in quanto i caricamenti avevano assunto tempi biblici). Lo stop ufficiale alla consultazione però arriva solo qualche ora dopo, ma è qualcosa di più serio: l’Autorità Garante della privacy vuole vederci più chiaro, ed in attesa di ottenere più informazioni, chiede formalmente la sospensione temporanea della pubblicazione dei dati dal sito. Sembrerebbe dunque che la storia possa finire qui per il momento: chi è stato più veloce a sbirciare i redditi dei propri conoscenti si può dire soddisfatto, tutti gli altri dovranno attendere la decisione del garante. Le infinite risorse della rete però calano il cosìdetto “asso dalla manica”. Sono bastate infatti poche ore, per permettere a qualcuno di scaricare i dati dal sito e metterli in circolazione nelle reti p2p. I dati dunque tornano accessibili praticamente a tutti anche se con modalità di accesso diverse. Viene eluso il veto posto dal Garante, tutti possono nutrire finalmente la propria curiosità,o meglio, il proprio animo pettegolo, ed in poco tempo, forum e blog si riempiono di lamentele di tutti i tipi. C’è chi si dice contrario a priori alla pubblicazione, chi si preoccupa che malavitosi ed assassini possano essere incentivati ed aiutati nel scegliere le proprie vittime con maggior perizia, e chi (quest’ultimo gruppo mi sembra il più numeroso) si ritiene indignato dopo aver scoperto quanto dichiara al fisco qualche conoscente, e dunque grida allo scandalo, scoprendo (o fingendo di scoprire) solo ora che l’Italia è un paese di evasori.

Nel frattempo il Garante dopo aver esaminato meglio la situazione decide di vietare definitavamente la pubblicazione ufficiale dei dati. L’emorragia di dati fiscali causata dai sistemi p2p però è inarrestabile e così le autorità attraverso i principali mezzi stampa si limitano solo a ricordare che l’uso improprio dei dati scaricati può portare fino all’arresto...ma la “frittata oramai è fatta”!

LA LEGGE

Premesso tutto ciò, cerchiamo di capire su quali basi legislative l’Agenzia delle Entrate ha azzardato una mossa simile, e, soprattutto, perchè il Garante si è opposto all’iniziativa. L’Agenzia delle Entrate ha permesso la pubblicazione degli elenchi perchè li considera dati pubblici. In virtu di una legge del 1973, infatti, è possibile accedere ad informazioni di questo tipo recandosi presso un qualsiasi comune e facendone esplicita richiesta. In più è  lo stesso recentissimo Codice dell’Amministrazione Digitale che prevede che la Pubblica Amministrazione renda accessibili attraverso tecniche informatiche i dati considerati pubblici. Per contro l’accusa principale mossa dal Garante è quella di aver agito illegittimamente in quanto la legge non attribuirebbe discrezionalità in merito alla pubblicazione dei dati da parte dell’Amministrazione finanziaria, ma solo in merito alla modalità di creazione degli elenchi. La situazione dunque è piuttosto controversa e sul caso ci sono diverse scuole di pensiero nonostante,per il momento, il Garante abbia messo momentaneamente la parola fine al caso.

ALL’ESTERO

I giornali di mezzo mondo hanno ironizzato su questa vicenda, divertendosi ad evidenziare quanto guadagna questo o quel VIP italiano. Certo, all’estero possono permettersi di ironizzare perchè sono ben lontani dai nostri problemi in tema di fiscalità. Negli Stati Uniti ad esempio c’è un tasso bassissimo di evasione fiscale, poichè il reato è considerato come gravissimo, ed  è punito con pene molto severe. Un paese che pubblica i redditi online invece è l’Irlanda, ma lo fa solo con gli evasori per metterli alla berlina davanti a tutta la nazione...per la cronaca l’elenco di quest’anno ammonta a circa un centinaio circa di nomi in tutto..

IN CONCLUSIONE

E’ la solita storia insomma: all’estero l’evasore è punito severamente e mal considerato dai suoi concittadini; in Italia l’evasore è semplicemente una persona furba che usa degli stratagemmi per pagare meno tasse. Dunque credo che questa sorta di “voyeurismo fiscale” non possa che far bene al nostro paese. Il trend dell’evasione infatti non tende a diminuire e dato che le istituzioni non sono in grado di arrestare il fenomeno, questa sorta di “caccia agli evasori” tutta italiana servirebbe per lo meno a far “perder la faccia” al nostro vicino di casa evasore. Non sarà molto, ma è pur sempre un buon inizio.

2 commenti:

Valentina Ariete ha detto...

Grandeeeeee Aleeeeeeee!!!!

Finalmente il tuo blog parte!

Mi piace molto la grafica che hai scelto e che bei colori!

Superapprovato!

E grazie per avermi aggiunto tra i link.
Tu tra i miei ci sei già da gennaio!

Un bacione!

Anonimo ha detto...
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